Inaugura Residenzamuseo/02 con Monumenta di Gianluca Gimini e Metamorph di Monika Grycko

In occasione della magica Notte europea dei musei il 20 maggio 2017 alle 21.00 al Museo di San Domenico inaugura  Residenzamuseo/02, la mostra che espone il lavoro realizzato dagli artisti Gianluca Gimini e Monika Grycko, vincitori della prima edizione del concorso Chiamata alle arti!, il bando per residenze d’artista al museo e progetti artistici che l’Assessorato alla Cultura/Musei civici promuovono per sostenere le professioni artistiche e di sensibilizzare il pubblico rispetto all’arte contemporanea.

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Gianluca Gimini (Faenza, 1983) si definisce “un designer con un approccio spurio e trasversale a diverse materie progettuali”. Si forma come architetto all’Università di Ferrara dove insegna e fa esperienze di lavoro in Italia e all’estero, risiedendo anche per un anno a Shangai. La sua ricerca si muove nel campo del design e non si lega ad alcun media o linguaggio espressivo. Gli interessano i processi di comunicazione e i suoi lavori ibridano design di prodotto, grafica, fotografia e illustrazione.

Monumenta è il nome del progetto artistico incentrato sulla la città di Imola che ha sviluppato e prodotto durante la residenza al museo. Allestito nel percorso delle Collezioni d’arte della città, il lavoro è una riflessione sulla nostra identità che ha coinvolto cittadine e cittadini e celebra luoghi divenuti a vario titolo simboli della città. Al centro il valore simbolico degli oggetti e la nostra capacità di ricordarli e raccontarli da un punto di vista soggettivo. Gimini ha lavorato nel laboratorio del museo, lo ha trasformato in una bottega d’artigiano dove ha realizzato in legno di balsa piccoli plastici architettonici, fedeli a disegni scelti tra i 100 realizzati da concittadini e concittadine a cui ha  chiesto di disegnare a memoria l’imolese “Monumento dei caduti della prima guerra mondiale” nel giardino Stefanino Curti. L’artista indaga anche su aspetti più privati, realizzando una sorta di “censimento sentimentale” dei monumenti imolesi ed esprime con una personale reinterpretazione/omaggio artistico anche la sua personale propensione per i lavori pubblici di Giovanni Bellettini. Infine porta al museo oggetti urbani decontestualizzati, riproduzioni di oggetti realmente esistenti o esistiti a Imola che, se privati della loro funzione e collocati all’interno del  museo, divengono oggetti d’arte, uno per tutti la valvola antisismica disegnata da Pier Luigi Ighina. Per la realizzazione di questi Nonumenti, così li chiama, l’artista si è avvalso anche della collaborazione di Isotta Sabbioni www.madamyouhaveaproject.com, textile designer imolese che crea pezzi unici sia per il modello che per le stoffe da lei stampate.

 Monika Grycko (Varsavia, 1974) si é formata all’Accademia di Belle Arti di Varsavia e dopo il trasferimento a Faenza inizia a sperimentare la tecnica ceramica che affianca ad altri media come la scultura, la pittura, la fotografia, il video e l’installazione.

Il suo interesse e la sua ricerca si rivolgono soprattutto alla creazione di creature ibride che danno forma ed evidenza all’ambiguità della natura umana e alla sua continua ricerca di una rinascita, all’interno di una società occidentale sempre più dominata da aggressività e paura.

Metamorph è il progetto site specific che ha sviluppato e prodotto durante la residenza. Si è confrontata in particolare con le collezioni scientifiche dell’ottocentesco gabinetto di storia naturale, il Museo Giuseppe Scarabelli. L’attenzione dell’artista per il tema della metamorfosi, interpretata come ricerca di rinnovamento, ha portato la Grycko ad approfondire i reperti della collezione entomologica del museo. Gli insetti, i coleotteri, in particolare il loro ciclo vitale caratterizzato dal fenomeno biologico della “muta” ispirano Grycko alla creazione di una personale e volutamente non realistica “versione” di larve, pupe o crisalidi. Il suo desiderio non è indagare il processo della muta da un punto di vista entomologico, ma riportarlo ad una dimensione immaginaria che definisce “domestica” più che scientifica. Volontà che esplicita anche nei titoli delle sue installazioni, come Lampadari o Tappeto, allestite al piano terra del museo. Agli insetti, grandi protagonisti della metamorfosi, vuole quindi attribuire un aspetto in qualche modo umanizzato e tramutarli in simboli della condizione umana contemporanea.Al piano superiore nel Museo Giuseppe Scarabelli la piccola mummia di bambina egizia ispira Grycko che nell’immaginarla la fa ritornare Bambina, questa il titolo dell’installazione, in un processo di metamorfosi che indaga sul tema della morte e della vita.

entrata gratuita

quando
sabato 20 maggio 2017
ore 21 inaugurazione

dove
Museo di San Domenico
Imola, via Sacchi 4, Imola

La mostra resterà aperta dal 20 maggio al 16 luglio 2017
Visita guidata alla mostra giovedì 22 giugno 2017 ore 21

orari di apertura
dal martedì al venerdì 9-13
sabato 15-19
domenica 10-13, 15-19
giovedì 1 giugno 2017 20.30-23.30
venerdì 2 giugno 10-13;15-19

info
0542-602609
musei@comune.imola.bo.it